ELIANA CERVINI ARCHITETTO

Io sono un architetto, quindi sono una persona concreta, attratta da tutto ciò che è costruito e solido...radicato a terra...con una naturale tendenza verso tutto ciò che è esattamente il contrario di quello che ho or ora affermato. Tutto è crescita...tutto è prospettiva e progetto...slancio verso “il passo in più”...la nuova occasione. In questa ottica, mi piace pensare al mio lavoro come opportunità per entrare in relazione con “l'altro” in punta dei piedi, con l'obiettivo di partecipare ad un momento fondamentale della vita di ognuno di noi quale è la concretizzazione della propria casa o similmente del proprio ambiente, anche lavorativo. Quindi prediligo i rapporti chiari in cui il dialogo diventa occasione per esprimere senza remore esigenze, aspettative, desideri e paure, così da districare insieme dubbi e problemi, al fine di valorizzare lo stato dei luoghi e renderlo perfetto per chi lo dovrà vivere. In questo processo vi accompagnerò nella scelta di soluzioni che vadano meglio per voi nel rispetto dei vostri gusti e desideri, sicura che il mio ruolo professionale è quello di aiutarvi a concretizzare i vostri obiettivi (...anche quelli che non conoscete...per ora...) mettendo in secondo piano i miei gusti personali. L A C A S A Per me la casa è LA CASA, il luogo dove tornare e ritrovarsi. Da soli, insieme, con la famiglia, con il proprio cane...è IL LUOGO per eccellenza. Nella casa ci si esprime...ci si libera...ci si riposa. E perchè questo sia possibile deve essere esattamente quello che noi vogliamo che sia. Quindi ad ognuno il suo stile, ad ognuno il suo spazio... Compatto, ampio, in relazione con l'esterno, aperto o chiuso...quello che vogliamo sì può concretizzare nello spazio abitativo...basta saperlo riconoscere, vedere e realizzare...in sintesi: VEDERE E RICONOSCERE LE NOSTRE OPPORTUNITA' E CRITICITA' SI TRADUCE NELLA CREAZIONE DI CIO' CHE VOGLIAMO REALMENTE. “ Di tutto restano tre cose: la certezza che stiamo sempre iniziando, la certezza che abbiamo bisogno di continuare, la certezza che saremo interrotti prima di finire. Pertanto, dobbiamo fare dell'interruzione un nuovo cammino, della caduta un passo di danza, della paura una scala, del sogno un ponte, del bisogno un incontro”