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URBAgN

URBAgN: “ATTRAVERSO” UNA NUOVA IDEA DI BAGNO MINIMO Per quanto possa apparire una premessa audace, l’idea concettuale del nostro progetto parte dalla convinzione che il bagno rifletta, sorprendentemente, le istanze sociali e culturali di ogni popolo, in ogni epoca. Il bagno è esistito, dapprima, come mero, e persino pudico, spazio all’interno di una tinozza, o di una “petineuse”; poi, quale fessura tra le assi di una capanna ai margini della proprietà; di seguito, una stanzina, in condivisione tra le persone, nelle prime abitazioni condominiali. Non può tacersi neppure la funzione sociale che già le latrine pubbliche, di romana memoria, avevano finito per acquisire; il bagno ha rappresentato, oltre alla quotidiana parentesi di cura e igiene personale, anche un momento di condivisione e aggregazione sociale. La crescita culturale ed economica della società ha profondamente inciso sui rituali quotidiani, il tempo, gli spazi, le aspettative e, più in generale, i bisogni di ciascuno. A seguito di questo naturale processo, cosa è cambiato nel bagno negli ultimi cinquant’anni? Certamente molto, forse tutto. Il bagno ha, progressivamente, abdicato alla propria funzione sociale; il momento aggregativo e di condivisione che aveva rappresentato un elemento distintivo – se non preminente – del bagno (nello specifico dei bagni pubblici) è ormai scomparso. Dall’utilizzo - e valore – collettivo si è passati a quello individuale. Il ritmo frenetico e chiassoso della vita sociale impone di ritagliare frammenti di spazio e di tempo a esclusivo uso privato, e, in questo senso, il bagno rappresenta l’approdo dell’agognata solitudine, un necessario incontro con sé stessi; il bagno finisce per tarare la misura del proprio benessere psico-fisico. E’ indubbio che si trascorra sempre più tempo nel bagno; il bagno è oggi uno dei primi, se non addirittura il primo, spazio in cui si riversano le aspirazioni, architettoniche, dei nuovi proprietari, in occasione, ad esempio, di un progetto di ristrutturazione. E’ uno spazio, innanzitutto, intimo. Non è casuale la scelta di questo primo aggettivo; intimo è il superlativo di interno ed evoca, magistralmente, l’importanza di uno spazio profondo, interiore, da custodire e al quale appartenere. E’, inoltre, uno spazio a-temporale nel quale poter dimenticare lo scandire, chirurgico e impietoso, dei minuti a segnare imminenti appuntamenti e incombenze; una parentesi entro la quale dedicarsi e curarsi, insonorizzando testa e corpo e recuperando un’energia pulita, rinnovata. Dal punto di vista architettonico, quanto sopra, si è tradotto nella ricerca di una sempre maggiore armonizzazione estetica di ogni singolo elemento con l’altro, sino allo sforzo di creare un connubio perfetto tra funzionalità e idealità, materiali ed elementi. Così, ad esempio, i rivestimenti non sono più un orpello murario, dozzinale e di poco conto, che riveste le pareti fino al soffitto, ma diventano parte essenziale, esigendo l’impiego di una matericità ricercata, raffinata, di pregio. Ancora, gli accessori, i rubinetti e i sanitari – per i quali il loro secco utilizzo suggeriva di valutarne il solo profilo funzionale – hanno conquistato un proprio, autonomo, riconoscimento estetico. In definitiva, il bagno metropolitano è, oggi, immaginato come una “minima” e accessibile spa personale, per la cura del corpo e della mente. Tale ambizione, tuttavia, si scontra con la presenza di spazi abitativi inadatti a realizzarla; lo spazio è spesso stretto, angusto. Oppure altro: lo spazio è spesso mal concepito, per molti progettisti è una metratura di risulta, il deludente compromesso dei vuoti architettonici che a fatica si incastrano tra vincoli e interpretazioni normative. Ebbene, il nostro progetto realizza una sintesi innovativa tra quanto sin qui ripercorso: da un lato, la valorizzazione di un’idea di spazio, emotivamente intimo, e, dall’altro, lo studio di una nuova collocazione del bagno all’interno dello spazio abitativo, che possa, in ultima istanza, superare la funzione brutalmente accessoria dello stesso e, dunque, una posizione relegata “sempre in fondo a destra” al termine di un obbligato percorso progettuale. La nostra proposta ridisegna il bagno come uno spazio che, per quanto minimo, è perfettamente integrato con gli altri elementi architettonici, uno spazio da “attraversare” e non già raggiungere frettolosamente. Uno spazio permeabile al movimento, capace di mimetizzarsi con gli elementi murari, eppure di “dispiegarsi”, proprio come le pagine di un libro, al momento del bisogno. Il bagno, così, recupera una sua centralità all’interno dello spazio abitativo, senza invaderlo, né imporre la propria immediata funzione, e, anzi, lasciandola persino celata; un elegante effetto “cabina bagno” che stupisce il fruitore e lo spettatore in un’unica azione: attraversare. Attraversare, in due sensi: da una parte il corridoio che suddivide le due pareti, dall’altra le due pareti al cui interno è possibile ritrovare le funzioni proprie del bagno. Plutarco scriveva: “A nulla servono un bagno e un discorso se non ci rendono puliti”. Lo spazio che abbiamo concepito, pur essendo certamente versatile e adattabile a ogni esigenza di spazialità contemporanea – consentendo anche in appartamenti con ridottissime metrature, la prospettazione di un secondo bagno concepito come “cabina bagno” – mantiene intatta la propria intrinseca caratteristica di pulizia e minimalismo architettonici, grazie all’impiego di componenti marmoree di indiscussa eleganza e linearità. D’altra parte, preservare anche una funzione “emotiva”, significa ricercare per ogni singolo elemento materiali di pregio, le cui superfici e i cui colori possano “accogliere” il fruitore. Una lastra di Travertino Romano disegna il corridoio, declinando, materialmente, l’azione dell’attraversare; le lamelle di teak che la contornano, all’occorrenza, si “dispiegano” – con un agevole movimento a libro –, svelando la funzionalità delle nicchie che celano. L’essenza calda e leggera del teak si misura con l’imponenza della lastra unica di Travertino Romano del corridoio, così come alla monumentalità sobria di quest'ultimo si aggiunge l'eleganza e la matericità del marmo Nero Marquinia. Infine, le fasce di ottone brunito, che marcano i confini sia del corridoio (parte pubblica/di passaggio) che delle nicchie (parte privata/funzionale), valorizzano il marmo Nero Marquinia, in modo proporzionato e raffinato. La ricerca di una combinazione dosata e armonica consente che nessun materiale invada prepotentemente l’altro. L’ottone, esso stesso lega ossidabile costituita da rame e zinco, “lega” il Teak, il Travertino e il Nero Marquinia. Un legame simbolico in ragione della natura chimica dell’ottone, ma anche una scelta dettata dalla versatilità di questo elemento, la cui applicazione risulta di grande effetto. Così, è stato utilizzato nelle rubinetterie e nelle finiture a vista dei meccanismi di apertura delle ante, anche al fine di ottenere una continuità, seppure appena accennata, tra esterno e interno. Il corridoio in travertino si proietta, idealmente, nella parte superiore, atteggiandosi, così, a cappello lapideo, seguendo il disegno lamellare del teak e, quindi, mantenendone l’antologica leggerezza. Con un semplice meccanismo di apertura a libro, si svelano le funzioni benessere, bellezza, accessori/comodità e servizi privati, che acquistano una propria peculiare identità grazie agli elementi, e i dettagli, che le caratterizzano ed esaltano (seduta, lavabo, mensole porta oggetti, sanitari); il Nero Marquinia, volutamente a spacco, contorna ogni elemento. I materiali scelti – la colorazione brunita, cangiante sul dorato dell’ottone, le colorazioni calde del Teak come pure quelle regali del marmo nero e del Travertino – oltre a creare un connubio perfettamente riuscito, conferiscono al nostro concetto di bagno “da attraversare” una nota di unicità e lusso. URBAgN, una parola coniata dall’unione tra l’aggettivo, inglese, “ urban” e la parola, italiana, “ bagno” , il cui suono e significato interpretano, eloquentemente, l’idea concettuale del nostro “bagno minimo”: l’essenzialità e la cura minuziosa degli spazi architettonici metropolitani messi al servizio dei bisogni dell’uomo contemporaneo.
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