Diario di Natale: La Casa a Barcellona di Due Fotografi Italiani
“L’idea è nata quasi per scherzo, al telefono, una fredda e piovosa sera di autunno: “Perché non cerchiamo un posto con un clima migliore?”, ci siamo chiesti a vicenda.
Non avevamo particolari legami, potevamo spostarci agilmente (siamo entrambi fotografi) e sull’onda dell’entusiasmo, una volta presa la decisione, ci siamo subito messi a cercare un appartamento che corrispondesse alle nostre esigenze. Guardare annunci immobiliari online era diventata un’ossessione! Abbiamo concentrato le nostre ricerche sulla Barceloneta, il vecchio “barrio” dei pescatori, che, nel frattempo, si è purtroppo trasformato nel luogo simbolo del fenomeno della gentrificazione.
La realizzazione del nostro progetto abitativo è stata graduale: i primi due anni abbiamo vissuto in un appartamento piuttosto piccolo e modernissimo (ma molto vicino alla spiaggia), abbastanza diverso da quello che cercavamo, ma anche l’unico che avessimo trovato nonostante le accanite ricerche”.
Colpo d’occhio Chi ci abita: Diambra Mariani e Francesco Mion, fotografi di Bluetomatophoto Dove: quartiere Born, al confine con il quartiere Barceloneta, a Barcellona, Spagna Superificie: 110 mq Questo appartamento ha una struttura che favorisce la socialità: con una sola camera da letto e un solo bagno, la maggior parte dei suoi 110 mq è occupata da un soggiorno-studio e dalla sala da pranzo; completano lo spazio un ingresso spazioso, una cucina a vista (che si trova tra il soggiorno da pranzo e il bagno) e una stanza multiuso, che spesso trasformiamo in camera per gli ospiti. Fortunatamente l'abbiamo trovato in buone condizioni: abbiamo solo dovuto farlo imbiancare ed è stato pronto! Sono stati gli inquilini precedenti a fare qualche intervento, come la ristrutturazione della cucina e la costruzione di due grandi scaffalature bianche in cartongesso in soggiorno. E' proprio lì che passiamo la maggior parte del tempo: lavoriamo, ascoltiamo musica (Francesco è un appassionato di vinili, ne ha una collezione) e guardiamo molti film, soprattutto da quando ci è stato regalato un proiettore, due Natali fa.
Una delle caratteristiche che più ci piace di questa casa è proprio la versatilità. Spostare i mobili non ci spaventa, lo facciamo spesso, soprattutto quando realizziamo servizi fotografici. La stanza degli ospiti diventa un camerino, una parte del soggiorno si trasforma in set, la zona ufficio sparisce (la scrivania, come si vede nella prima foto, è fatta di due semplici assi di legno montati su due cavalletti) e la sala da pranzo diventa “zona ristoro”. Abbiamo anche ospitato piccoli eventi, decorando la casa come se fosse un locale, disponendo tavolini e candele in tutti gli spazi.
L’ingresso si affaccia da un lato sulla sala (come illustrato nell'immagine), mentre sulla sinistra si apre sulla sala pranzo. Sulla parete di fronte c'è infine l'ingresso alla "stanza multiuso", quella meno fortunata a livello di illuminazione e che trasformiamo in camera per gli ospiti, guardaroba quando organizziamo feste, spogliatoio quando abbiamo sessioni fotografiche di ritratto…
La cucina, che si trova in fondo all'appartamento, subito dopo la sala da pranzo, è molto funzionale ma anche difficile da tenere in ordine, essendo organizzata interamente con scaffali a vista. L'abbiamo trovata così al nostro arrivo (con l'unica differenza che era tutta dipinta di nero!). Non potendo nascondere proprio niente conserviamo la maggior parte dei prodotti alimentari (zucchero, farina, cereali, legumi, frutta secca, caffè…) in barattoli di vetro e di latta che rendono l'ambiente meno caotico.
La camera da letto è arredata con mobili Ikea, tutti rigorosamente bianchi. Il pavimento è a sua volta bianco con piccoli scacchi neri, perciò, per dare un tocco di colore, abbiamo messo due scendiletto marocchini dai toni caldi, un regalo dei genitori di Franceco. Abbiamo poi diversi plaid colorati (di Zara Home, del Corte Inglès, comprati ai mercatini oppure online). Sopra al letto abbiamo appeso alcune piccole stampe, ognuna con una cornice diversa: sono tutti ricordi che ci siamo portati dall'Italia.
Ma nel periodo natalizio, è la sala da pranzo che si trasforma…. Il primo anno non eravamo quasi mai soli: i nostri genitori e i nostri amici più stretti, qualche familiare e qualche conoscente… sono tutti venuti a trovarci almeno una volta! Poco a poco le visite si sono diradate e adesso quasi lamentiamo l’assenza di tutta quella iniziale confusione. Adesso che le vacanze natalizie si avvicinano la distanza si fa sentire. I nostri genitori sono piuttosto restii all’idea di viaggiare in questo periodo dell’anno e così ci divideremo tra Barcellona, Milano e Verona: in Italia per la Vigilia, Natale e Santo Stefano, in Spagna per Capodanno e l’Epifania.
Ma le differenze non sono solo climatiche, nel periodo natalizio.Una delle tradizioni più radicate a Barcellona è quella di regalare ad amici e parenti i biglietti della “Lotería de ElNiño” (simile alla nostra lotteria di capodanno). Il primo premio, detto “El Gordo”, è ovviamente ambitissimo (sitratta di due milioni di euro), la città è tappezzata di cartelloni pubblicitari e il sorteggio è vissuto con trepidazione. Il vincitore viene annunciato il 6 gennaio, giornata speciale per Barcellona, non solo per la lotteria.Il 5 gennaio si festeggia infatti in grande stile l’arrivo dei Re Magi, che nel tardo pomeriggio entrano nel portocittadino a bordo di un bellissimo veliero. Una volta sbarcati, con un seguito di personaggi in costume e musicisti, sfilano in corteo per le strade del centro, ballando e regalando caramelle e dolciumi. La mattina dopo,finalmente, i bambini ricevono i loro regali, consegnati nella notte dai Reyes Magos.Forse, però, tra le varie tradizioni spagnole, quella che sentiamo più “nostra” è quella delle “Campanadas de Finde Año”. Da quando viviamo qui abbiamo sempre festeggiato il 31 dicembre a casa nostra, invitando gli amici per cena. Ilnostro menù è all’italia...
Nel corso degli anni abbiamo creato delle piccole tradizioni italo-spagnole alle quali siamo ormai affezionati. Il giorno della partenza da Barcellona è ormai un rituale il “rifornimento” al negozio di cava, lo spumante catalano.Nella stessa bottega compriamo altre specialità locali: le anxoves de L’Escala (acciughe) il fuet (un parente del salamino alla cacciatora), jamon iberico e dolcetti ai pinoli. Immancabile, poi, il torrone, soprattutto nellaversione morbida.Al ritorno, invece, riempiamo il furgone di vino Valpolicella, formaggio grana, radicchio trevigiano e panettone,per allestire il cenone di Capodanno.Ma non trasportiamo solo cibo, nei nostri viaggi! Il mobile svedese anni ‘60 che si trova in entrata, ad esempio,apparteneva alla nonna di Francesco e giaceva da anni abbandonato in una soffitta. Quando ci hanno detto chesarebbe stato buttato abbiamo deciso di recuperarlo e l’abbiamo caricato in macchina. Quest’anno, invece, ci piacerebbe portare una vecchia poltrona che ho fatto restaurare e che sarebbe perfetta nell’angolo della sala da pranzo dove abbiamo allestito l’albero di Natale.
Tutto ciò che può essere imballato e spedito, invece, ci arriva sotto forma di regalo da parte dei miei genitori,che un paio di volte all’anno ci fanno recapitare quello che abbiamo battezzato “il pacco dell’emigrante”: unoscatolone pieno di cibi italiani, qualche libro e qualche oggetto per la casa.Un paio di anni fa abbiamo festeggiato il Natale qui a Barcellona con loro. Poco prima di andarli a prendere inaeroporto abbiamo ricevuto la visita di un corriere: nello scatolone che abbiamo ricevuto c’erano decorazioninatalizie, una tovaglia scozzese e un centrotavola tradizionale (che vedete nelle foto). E’ stata una bella sorpresa.Di quei giorni ricordiamo soprattutto la passeggiata sulla spiaggia la mattina di Santo Stefano, osservando isurfisti tra le onde: decisamente un paesaggio diverso rispetto a quello cui eravamo abituati.
Da tre anni viviamo finalmente in una casa che ci somiglia: sufficientemente ampia, di struttura tradizionale, con i vecchi infissi in legno, i soffitti a volta e le “baldosas catalanas” (le piastrelle colorate tipiche della regione, tornate di moda dopo anni di oblio), a due minuti dal porto vecchio e a dieci dalla spiaggia della Barceloneta. È il posto perfetto (almeno per noi) dove abitare, lavorare e ricevere familiari e amici, soprattutto durante le feste. I difetti? Si tratta di un quarto piano senza ascensore. Arredarlo non è stato semplicissimo: si è trattato di mescolare i nostri mobili Ikea (che sono la maggior parte) con alcuni pezzi portati dall’Italia (come le sedie Pantone, i comodini di Kartell, la lampada Eclisse, alcune stampe che provengono dall’appartamento dei miei genitori..) con altri trovati al mercato delle pulci di Barcellona, Els Encants (un comò, un servizio di piatti in ceramica, diverse lampade da tavolo, cornici, bicchieri…). Una delle cose belle del nostro lavoro è che ci porta a collaborare con designer, architetti e artisti: veniamo a contatto con oggetti bellissimi, come i tappeti di Sukhi Rug, i mobili di co.arch studio, i quadri dell’artista ca...
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